Glossario

G.fast: significato

Fast Access to Subscriber Terminal. Standard DSL (Digital Subscriber Line) adottato il 5 dicembre 2014 dall’ITU-T (il settore dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni che si occupa di regolare le telecomunicazioni telefoniche e telegrafiche). I dati sono modulati mediante la OFDM (Orthogonal Frequency-Division Multiplexing), come avviene nella VDSL2 e nella maggior parte delle varianti dell’ADSL.
Espressione della connessione in fibra ottica misto rame, il funzionamento è simile alla VDSL: l’ultimo miglio è in rame, ma nel collegamento viene integrata anche la fibra ottica, nello specifico fino al punto di distribuzione. Raggiunge larghezze di banda fino a 1 Gbps tipicamente entro i 100 metri, per poi calare di frequenza all’aumentare della distanza (500-200-150 Mbps). Consente le frequenze radio di 106 MHz e 212 MHz: per evitare eventuali interferenze, soprattutto con diversi servizi radio militari e governativi, la G.FAST genera lo spettro di potenza (la distribuzione delle frequenze su una data banda) in modo leggermente diverso rispetto alle radio e sfrutta il vectoring per ridurre il rumore e le interferenze dei cavi in rame del doppino telefonico. Richiede l’installazione di un DSLAM in corrispondenza con il punto di distribuzione della rete telefonica: si tratta dell’infrastruttura gerarchicamente successiva al cabinet o armadio di strada e, di fatto, quella più vicina all’utente finale. La fibra ottica arriva fino al punto di distribuzione (si parla di FTTdp – Fiber to the distribution point), al quale sono collegate le varie unità immobiliari.
È l’opposto della FTTH: quest’ultima offre pari velocità ma richiede un cablaggio completo in fibra, nelle zone dove non è possibile eseguire interventi di aggiornamento infrastrutturale.