La vita in Rete è una immersione continua in contenuti di ogni genere: testi, fotografie, produzioni grafiche, video, audio. Un mare di risorse che però non sono tutte disponibili a titolo gratuito ma spesso sono protette da copyright o diffuse con licenze che ne autorizzano e regolano l’uso in modi diversi: i problemi nascono quando queste licenze non sono reperibili con facilità o quando questi contenuti vengono presi e usati senza riguardo sui social, su altri siti e rielaborati per dare vita ad altri contenuti – come nel caso del locale milanese – a volte anche ripresi da testate on e offline che usano con disinvoltura la dicitura “fonte: Internet” o attribuiscono in maniera vaga o errata le opere ai loro creatori.
Due atteggiamenti evitano di incappare in errori, brutte figure e vicende giudiziare più o meno gravi: chiedere l’autorizzazione d’uso all’autore del contenuto oppure, se l’autore o la licenza non sono rintracciabili, rinunciare e cercare altro.
Le licenze Creative Commons: cosa sono e come si usano
Con il copyright non si scherza, ma tra la le licenze molto usate in Rete ci sono anche le licenze Creative Commons che definiscono i limiti dell’uso dei contenuti altrui. Non parliamo solo di fotografie, uno dei contenuti usati peggio in rete, ma anche di tutte le opere dell’ingegno, comprese quelle create da noi e che vogliamo tutelare una volta messe online.
In breve, le licenze Creative Commons dicono se e come si possono usare e distribuire le opere dell’ingegno e se e come si possono modificare: si va dalla licenza più restrittiva, che permette di condividere il contenuto senza modificarlo in alcun modo, senza usarlo per scopi commerciali e sempre attribuendo la paternità a chi lo ha creato, fino alla licenza CC0 che è una vera e propria rinuncia ai diritti su un’opera. Per esempio, le fotografie che usiamo per ogni post di questo blog sono CC0: possiamo usarle, modificarle (potremmo anche farne un uso commerciale) e non abbiamo alcun obbligo di citare il fotografo che le ha scattate e ha rinunciato ai suoi diritti sulla fotografia.
Dove si trovano delle foto così? Per esempio:
- Nei siti web che raccolgono le opere di fotografi lasciate a disposizione di chi vuole farne uso: un elenco si trova per esempio in uno dei nostri post di qualche tempo fa, con la raccomandazione di controllare e verificare la licenza di ogni fotografia scaricata
- Google: attraverso Google Immagini è possibile attivare alcuni filtri che mostrano solo immagini che si possono riutilizzare modificandole e riutilizzare senza modificarle, per scopi commerciali e non commerciali
- Flickr: grande deposito di immagini di tutti i tipi, permette la ricerca con filtri che identificano con precisione gli usi possibili di una immagine
- CCSearch: è nato da poco ed è ancora un prototipo il motore di ricerca di Creative Commons che pesca da archivi diversi e permette di filtrare le foto per tipo di licenza
Come si attribuisce la paternità di un’opera con una licenza Creative Commons?
È molto semplice perché il sito Creative Commons permette di costruirsi la propria licenza ad hoc tra quelle disponibili: alla pagina Elementi della Licenza basta scegliere se consentire adattamenti dell’opera e l’uso commerciale, e poi copiare il codice html che si potrà inserire per esempio all’interno del proprio sito o blog (o dovunque si possa mettere un link alla licenza). Lo stesso procedimento di generazione della licenza vale anche per le opere offline.
La stessa pagina ha anche una sezione “Aiuta gli altri ad attribuire a te la tua opera!” da completare per aiutare gli utilizzatori ad attribuire correttamente il contenuto che useranno: basta compilare i campi richiesti per generare all’interno del codice HTML tutti le informazioni utili a identificare con esattezza il creatore dell’opera.