Le chiamiamo ancora “nuove professioni” ma alcune di loro hanno raggiunto la maturità o sono adulte, cresciute al fianco di altre professioni note. Professionisti, creativi o tecnici, a volte entrambe le cose, che lavorano in azienda o come freelance e fanno quei mestieri che hanno molto appeal su chi si sta affacciando al mercato del lavoro o vuole cambiare strada: web designer, specialisti SEO, social media manager, consulenti di marketing digitale, web writer e content manager, analisti, specialisti di user experience e anche di singoli social ormai molto complessi come Facebook o di prodotti specifici come Google AdWords o Analytics, e altro ancora.
Abbiamo pensato di scrivere questo post anche in risposta alle candidature che ci arrivano per collaborare con noi in alcune delle posizioni appena elencate. Come azienda abbiamo periodicamente bisogno di freelance per progetti specifici, come è successo quando abbiamo rinnovato il blog, o in maniera più continuativa, per esempio per la gestione social o la grafica relativa a prodotti e offerte. Cerchiamo professionisti di valore per creare relazioni durature, anche se non sempre continuative.
A queste professioni si arriva dopo un percorso universitario oppure subito dopo le superiori, prendendo la via dei corsi di specializzazione o formandosi in azienda, magari accanto a una figura senior che trasmetta le sue competenze: formazione in aula e formazione attraverso il lavoro non si escludono a vicenda, anzi, spesso convivono, si incrociano più volte e sono le radici che sostengono la crescita di ogni bravo professionista. Per queste professioni la formazione non finisce mai: la curiosità e la necessità di rimanere aggiornati è un must.
La nostra esperienza di recruiter ci insegna che il talento è un pregio ma contano anche di più disciplina, serietà, costanza, voglia di mettersi alla prova e capacità di mettere a frutto successi e insuccessi.
Freelance o dipendente?
Crescere come professionista del digitale e del web è possibile, in autonomia o come professionista all’interno di un’azienda: c’è chi fa esperienza come dipendente e poi si mette alla prova come freelance, e c’è chi si forma e fa esperienze lavorative mentre è ancora dipendente, per poi lanciarsi nella libera professione.
La strada per chi diventa freelance è una scommessa e un lavoro nel lavoro: essere autonomi, soprattutto in piccolo, significa farsi carico di tutti gli aspetti del proprio lavoro come fisco, promozione, fatturazione e altro ancora, cioè tutto quello che sta attorno al lavoro effettivo, almeno fino a quando si possono delegare alcuni di questi aspetti. È una scelta importante, da fare alla luce di considerazioni di tipo diverso ma soprattutto con un business plan accurato e un buon commercialista che sia in grado di rispondere in modo comprensibile alle tante domande di un aspirante freelance.
Il nuovo Jobs Act per i lavoratori autonomi
Da metà 2017, cioè, nel momento in cui scriviamo questo post, essere liberi professionisti significa essere più tutelati in momenti speciali e delicati come maternità e malattia, ma non solo. Stiamo parlando del Jobs Act degli autonomi, legge nuovissima che disciplina il lavoro autonomo e introduce anche il concetto di smart working, il lavoro agile, per i lavoratori dipendenti.
I provvedimenti più importanti per i due milioni e mezzo di freelance e collaboratori riguardano l’indennità di malattia alla quale potranno accedere più beneficiari, un congedo parentale più esteso (da 3 a 6 mesi), e poi altri aspetti importanti come la deducibilità delle spese per la formazione, il pagamento delle fatture a 60 giorni al massimo (anche per chi lavora con le Pubbliche Amministrazioni), e la possibilità di partecipare ad appalti e bandi pubblici.
Per saperne di più: il post sul sito Fiscopiu.
Quali sono le professioni digitali più ricercate?
Un occhio alle professioni più richieste in Italia è sempre utile per avere idea di come e se specializzarsi: Hays, società di ricerca di figure manageriali, a inizio 2017 ha pubblicato i risultati di una ricerca sul mercato del lavoro con previsioni sulla richiesta di professionisti che operano nel digitale e ha individuato gli Head of Digital, i Digital Media Manager, i Social Media Specialist e i professionisti dell’e-commerce come figure di riferimento per questo mercato del lavoro e che avranno chance di inserirsi all’interno delle aziende italiane.
Sempre a fine 2016, anche il Sole 24 ORE ha parlato di trasformazione digitale delle aziende e della ricerca in crescita di professioni legate a questa evoluzione, e lo ha fatto citando la ricerca del sito di ricerca di lavoro Jobrapido: soprattutto al nord Italia emergono ricerche sempre più frequenti di figure professionali come gli sviluppatori, in particolare di app per il mobile, web designer e analisti nel campo dei Big data.
Oltre a queste informazioni, pensiamo che sia importante dare anche elementi più concreti a chi sta cercando lavoro o sta pensando di studiare per diventare un professionista del web e del digitale. Nelle prossime settimane pubblicheremo alcune interviste con freelance che lavorano in questo mondo e hanno accettato di condividere la loro storia e dare consigli pratici a chi vorrebbe fare lo stesso percorso.
Parleremo con una SEO specialist, una consulente di marketing, una web designer e una web writer: continua a seguirci per scoprire tutto quello che ci hanno raccontato!