Avere una pagina Facebook per parlare con le persone è meglio che avere un profilo: non ci sono limiti di fan (guarda un po’ quanti ne fa la superstar di Facebook Shakira), mentre un profilo personale ha un limite di 5000 amici.
C’è una ragione: profili e pagine sono pensati per due usi diversi e rispettare questa differenza è importante. Portando avanti un profilo che si chiama come un’attività rischi che Facebook ti intercetti e ti blocchi, imponendoti la trasformazione in pagina: così facendo gli amici diventano fan ma con i contenuti ti ritroveresti a dover ricominciare da capo.
Insomma, meglio partire bene e sapere cosa fare per portare avanti una pagina per dire chi sei, cosa fai e come quello che fai può essere utile al pubblico, cercando di invogliarle a saperne di più. In questo secondo post dopo la prima parte di gennaio aggiungiamo alcune cose che pensiamo siano utili per usare bene le pagine.
Prendere ispirazione è giusto, copiare no.
Non c’è azione di marketing che non consideri quello che fa la concorrenza. La concorrenza è temibile ma anche una grande fonte di ispirazione, anche per il tipo di contenuti che compongono la sua comunicazione su canali diversi.
Quando i contenuti di altre pagine Facebook o altri tipi di contenuti vengono presi e mostrati come propri, allora tutto cambia: non si fa con le immagini, né con i testi e in generale non si fa con tutto ciò che è il frutto di lavoro di altre persone. E se non basta la questione etica, allora considerate che venire smascherati è probabile e la figuraccia garantita.
Unica eccezione: quando un contenuto è a disposizione per il riutilizzo, magari con una licenza Creative Commons.
L’argomento del momento: parlarne o no?
Succede e lo vediamo spesso: una notizia o un qualsiasi argomento di discussione appare ovunque e sembra davvero che non si parli d’altro. Un consiglio semplicissimo è: se non c’entra nulla con quello che fai, non parlarne.
Se c’entra ma arrivi in ritardo forse è meglio non riproporlo un’altra volta, ci sono sempre le discussioni partite prima in cui apparire come commentatori, cercando di contribuire con efficacia alla discussione. Parlare d’altro a volte è la scelta giusta.
Ancora sui concorrenti: evitare lo sciacallaggio
Se approfittare di un passo falso della concorrenza può avere un senso, pensiamo che sia doveroso non gettarsi sulle disgrazie altrui.
Se un tuo concorrente subisce un danno, la sua attività si ferma per un incidente (un incendio, per fare un esempio), meglio non cedere alla voglia di dire che invece a te non potrebbe succedere e che i suoi clienti da te sarebbero più sicuri o tutelati. Mostrare solidarietà o offrire aiuto è meglio che speculare, e fa bene anche alla tua immagine.
Autopromozione: un equilibrio difficile
Sei su Facebook per vendere? Probabile, però la tua attività potrebbe avere risultati migliori se ti concentrassi non sullo scopo finale ma sulla percezione che le persone dovrebbero avere di te. Soprattutto, l’idea è di scatenare un desiderio, e quello parte da chi ti segue, non da te che gli dici “compra adesso!”
In generale, parlarsi addosso è stucchevole e il vero focus dei contenuti che mandi online sono le persone a cui ti rivolgi, persone che dovrebbero essere venute da te chiedendosi con curiosità che cosa puoi e sai fare per soddisfare un loro bisogno o un loro desiderio. Eccezioni ammesse: Obama e le super celebrità come Shakira, di cui parlavamo all’inizio.
Impara a leggere gli Insights
Un grande vantaggio delle pagine sono gli Insights, le statistiche di Facebook. Senza addentrarci troppo, gli Insights contengono dati che ti aiutano a capire chi ti segue: da dove lo fa, quanti anni ha, se è un uomo o una donna. Ti dicono anche quando le persone che ti seguono sono online e che contenuti hanno funzionato di più.
Gli Insights non sono una guida infallibile ed è giusto, a volte, osare e provare qualcosa di diverso, per esempio gli orari di pubblicazione, ma visto che ci sono è utile imparare a considerarli e renderli parte della tua strategia di comunicazione.