Che succede ai social? Alcune novità e cambiamenti da conoscere

Ti ricordi Clubhouse? Forse no. Il social network basato sulle chat audio lanciato nel 2020 e molto popolare anche a inizio 2021 per l’effetto lockdown, pur essendo ancora attivo è scomparso abbastanza in fretta dai radar di chi aveva iniziato a usarlo nel nostro paese.

Creare una comunità dove le persone passino volentieri parte del loro tempo è una scommessa difficile da vincere, anche perché siamo abitudinari – i vecchi forum esistono ancora e funzionano – e abbiamo i nostri luoghi social su Internet di riferimento, con dentro le persone che conosciamo e seguiamo: Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, TikTok, YouTube, LinkedIn per nominare i più conosciuti, più realtà importanti come Twitch, la piattaforma di live streaming prima destinazione dei gamer (ma non solo) capace di radunare grandi community.

Solo per ricordarci quanto usiamo i social, ecco i dati sugli utenti italiani dei social media pubblicati dall’esperto Vincos sul suo sito, sulla base dei dati Audiweb per il 2021:

  • YouTube – 35,4 milioni di persone al mese
  • Facebook – 35 milioni di persone al mese
  • Instagram – 28,4 milioni di persone al mese
  • Pinterest – 20,7 milioni di persone al mese
  • LinkedIn – 18,3 milioni di persone al mese
  • Twitter – 11,5 milioni di persone al mese
  • TikTok – 9,6 milioni di persone al mese
  • Twitch – 4,7 milioni di persone al mese

Ma anche se a uno sguardo veloce può sembrare che tutto nel mondo social resti più o meno uguale, i movimenti non mancano ed è bene conoscere almeno i più recenti e visibili, data la loro importanza nelle vite di più generazioni, del tempo che occupano nelle ore che passiamo su Internet, la loro capacità di divertirci ma anche di informarci e stimolare confronti. In questo post troverai anche alcuni link interessanti per approfondire alcuni degli argomenti più discussi di questo periodo.

Twitter, Elon Musk e un nuovo social: Mastodon

La notizia bomba di aprile 2022 è l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk: cifra stratosferica a parte – 44 miliardi di dollari – sta facendo ancora più discutere la volontà di Musk, almeno quella dichiarata, di voler garantire completa libertà di espressione. Ne parla sempre Vincos nella sua ultima newsletter che riassume le ultime vicende di Twitter.

Cosa la mancanza assoluta di moderazione e l’aspirazione a una neutralità ideale possa portare, e in cosa possa trasformare Twitter, lo spiega bene Wired rifacendosi anche a tempi in cui anche su altri social c’era pochissima moderazione dei contenuti, esperienze “che nel corso di lunghi anni ci ha più e più volte dimostrato di come lasciare completa libertà d’espressione non faccia che incentivare la presenza di contenuti radicali, violenti, estremi, falsi, cospirazionisti, truffaldini e polarizzanti.”

Non ci rimane che attendere gli sviluppi dell’operazione Musk, ma intanto si parla di alternative e più di qualcuno cita spesso un nome: Mastodon.

Cos’è Mastodon

Un social network che, lo dice Mastodon stesso, è “una piattaforma di microblogging open source che assomiglia a Twitter.”

Iscriversi a Mastodon è abbastanza semplice e subito dopo si può iniziare a seguire altre persone e a inviare non tweet ma toot, lunghi fino a 500 caratteri, scoprire le tendenze, esplorare timeline diverse e mandare messaggi privati, solo per i follower, o scegliere di non mostrare un toot nella timeline pubblica.

La particolarità di Mastodon è essere una rete decentralizzata di siti indipendenti, detti istanze, dai quali accedere a Mastodon: Mastodon.uno è l’istanza per gli utenti italiani.

Tra chi si chiede se sia iniziata la fuga da Twitter, chi sostiene che restare su Twitter sia un modo per difendere Twitter così com’è, e chi invece crede che sia meglio andarsene, è difficile capire se un’alternativa come Mastodon attecchirà. Ma intanto, se vuoi capire com’è fatto, qui c’è la guida veloce per sapere come iscriversi e come iniziare a usare Mastodon.

Sempre più vita social nei gruppi e nelle chat

Una tendenza già affermata anche prima del lockdown è la frequentazione di gruppi, stanze, chat per incontrare e parlare con persone con cui si condivide un interesse, di qualsiasi tipo, che non è sfuggita ai creatori dei social a partire da Mark Zuckerberg.

È possibile che anche tu o qualcuno che conosci abbiate smesso di scrivere post pubblici su Facebook ma siate sempre presenti per frequentare alcuni dei gruppi di cui fate parte, magari più ristretti e dal ritmo meno incalzante della timeline generale.

Le novità in arrivo in questo senso riguardano soprattutto Facebook, Instagram e WhatsApp, che possiamo considerare comunque un social media e un social network visto che offre sia la possibilità di creare profili, aggiornamenti di stato e storie, sia chat uno a uno e gruppi.

Proprio da WhatsApp, parte della galassia Meta, è partito Mark Zuckerberg per annunciare l’arrivo di alcune novità per i gruppi e soprattutto di Community per aggregare più gruppi tematici. Come spiegato sul blog di WhatsApp, Community potrebbe essere utile a una scuola per riunire i gruppi delle singole classi: gli amministratori potrebbero inviare annunci e altri messaggi di interesse generale una sola volta verso tutti i gruppi.

Nei prossimi mesi WhatsApp introdurrà anche nuove funzioni per i gruppi: le reactions, che potrebbero aiutare a non intasare una chat di gruppo con tante risposte come “grazie”, la possibiltà per gli amministratori di cancellare messaggi, la condivisione di file fino a 2 Giga e chiamate vocali di gruppo fino a 32 persone.

Oltre a WhatsApp, come ha scritto Zuckerberg su Facebook, arriveranno novità per la messaggistica di gruppo anche su Messenger, Facebook e Instagram, a conferma dell’interesse per le comunità che si ritrovano online nei vari mondi del gruppo Meta.

Il social senza filtri: BeReal

Se fai attenzione alle nuove, possibili tendenze, probabilmente hai sentito parlare di BeReal, già definito l’anti-Instagram per il suo approccio no filtri e una dinamica che permette di vedere ciò che postano gli altri solo se chi è iscritto posta a sua volta, senza poter mettere alcun tipo di “Mi piace” ma solo un commento o un selfie.

E il funzionamento è proprio improntato all’immediatezza: chi si iscrive a BeReal riceve ogni giorno una notifica che è un invito a postare due foto, non necessariamente selfie, in due minuti, scattandole con i due obiettivi dello smartphone, quindi ovunque si trovi e senza filtri.

Nato in Francia, oggi BeReal è diffuso soprattutto tra gli universitari negli Stati Uniti: come riporta il Post in un articolo sul nuovo social, è difficile capire quale sarà il suo futuro: “Ciò è chiaro, però, è che gli esperimenti come BeReal riflettono la stanchezza che moltissime persone provano di fronte alla trasformazione di piattaforme come Instagram”, Senza dubbio Instagram ha perso e trasformato la sua missione iniziale di “semplice spazio dove condividere le proprie foto con gli amici e che nell’arco di dodici anni è diventato una specie di enorme centro commerciale digitale, dove è spesso difficile distinguere tra i tantissimi contenuti sponsorizzati e promozionali e i post autentici.”

L’immagine di copertina è di Jeremy Bezanger da Unsplash