I libri sbocciano in maggio, dice il sito Il maggio dei libri che ci spiega il senso di questa campagna nazionale e ci ricorda quanto sia bello leggere e quanto faccia bene alla “crescita personale, culturale e civile” di ognuno di noi. Ne parliamo questo mese anche perché abbiamo un traguardo da festeggiare, quello di Aphorism, il nostro sito dedicato alla letteratura che sulla sua pagina Facebook ha superato i ventimila fan: poteva succedere in un mese migliore di questo, quello in cui c’è anche il Salone del Libro di Torino? No, e ne siamo assai felici.
A noi la voglia di leggere non passa mai: proprio noi che viviamo, amiamo e respiriamo tecnologia e siamo immersi in un mondo fatto di ADSL, telefonate VoIP, SMS e tutto quello che il nostro lavoro quotidiano ci fa vivere, sentiamo forse più urgente la necessità di imparare e nutrirci anche di ciò che sembrerebbe distante dal nostro mondo.
Sto riflettendo sulla possibilità che leggere più poesia e meno libri di management sia la chiave per agevolare e accelerare il cambiamento di cui questo mondo ha bisogno
Lo dice su Facebook Euan Semple, consulente esperto di social media nonché autore di un libro imperdibile per chi si occupa di comunicazione, “Organizations don’t tweet, people do” (Le aziende non twittano, sono le persone a farlo), attraversato dalla voglia di dare una mano ai quei manager perplessi di fronte alla “novità” che rappresentano i social media.
Ma in generale, quanto leggiamo in Italia?
Sempre troppo poco come si sente dire? Ebook o libro cartaceo è una questione di lana caprina, ne siamo convinti: non è il mezzo, è il valore che dai alla lettura. L’Istat dice che nel 2014 le cose per i libri non sono andate benissimo, con un calo dal 43% al 41,1% di lettori di libri, dove lettori di libri significa che ne hanno letto almeno uno nel corso di un anno, in questo caso il 2013.
C’è però un zoccolo duro di lettori forti che leggono un libro al mese in media, una percentuale nemmeno così bassa e che rimane stabile: notizia incoraggiante, c’è una base su cui si può costruire e migliorare!
La cultura ci salverà, sempre!
Questo titolo è una frase che il nostro Luigi ha usato per presentare una collana di libri che ha curato e spiega perché, dalla nostra nicchia digitale, ci occupiamo di un progetto come Aphorism che è con noi dal 2001. Aphorism è un po’ la nostra mascotte e lo curiamo ogni giorno grazie alla collaborazione di tanti redattori volontari, segnalando non solo libri, opere letterarie e aforismi famosi ma dedicando spazio anche ai talenti ancora poco conosciuti al grande pubblico.
Aphorism è il nostro modo di ricordarci di alzare lo sguardo per guardare oltre il nostro orto; e la lettura un modo valido in più per restare connessi anche tra di noi che siamo un team distribuito.
Siamo i soli a crederci? Illustri “colleghi digitali” come Buffer, lo strumento per programmare la pubblicazione sui social, e Facebook nella persona di Mark Zuckerberg hanno messo i libri in uno posto speciale all’interno della loro filosofia d’impresa e non certo per sfoggio di cultura, un pregiudizio da cui tutti dovremmo liberarci: Buffer regala a ogni nuovo assunto un Kindle e l’accesso illimitato agli acquisti di libri, rende pubblica la scelta di titoli su Pinterest e poi ne discute internamente anche per creare un legame tra persone che vivono molto distanti, mentre Mark legge un libro ogni due settimane e invita alla discussione su A Year of Books per “venire conoscenza di nuove culture, saperi, storie e tecnologie”. Niente male, no?
Insomma, la cultura – concetto che ci appassiona e coinvolge, come puoi leggere anche nel nostro “Chi siamo” – è cultura ovunque e comunque ci faccia crescere, dubitare, ragionare, evolvere. E i libri lo fanno ancora, lo faranno sempre, in qualunque formato li leggiamo e li leggeremo.