Torniamo come da tradizione ai consigli di lettura, rubrica curata da Luigi De Luca, nostro responsabile della comunicazione nonché Direttore del sito di neo-letteratura Aphorism (se ami i libri, gli aforismi, cimentarti con la scrittura, facci un giro): dopo i podcast, un nuovo appuntamento per sfruttare qualche ora di relax estivo.
Il viaggio letterario per questa estate prevede storie di sogni, sfide, emancipazione e ritorni difficili. Storie vere e verosimili, tutte con un filo conduttore che le collega: l’autodeterminazione delle persone e l’incrollabile fiducia nel cambiamento per avere un destino diverso da quello che sembra assegnato.
“Uomini e topi” di John Steinbeck
Pubblicato nel 1937 è ormai considerato un classico della letteratura americana. Un romanzo breve, sono circa 120 pagine di scrittura pulita e di parole e dialoghi fulminanti e densi di significati.
George e Lennie sono due lavoratori stagionali e sembrano dipendere uno dall’altro: lo scaltro George, in particolare, si prende cura di Lennie, che viene descritto come un omone semplice e ingenuo ma dalla forza sovrumana. Cercano entrambi un buon ranch in cui star bene e al sicuro: vogliono solo lavoro, cibo e un tetto per mettere da parte i soldi necessari per realizzare il proprio sogno.
Forse il tanto decantato sogno americano fatto di indipendenza, autonomia, di un semplice pezzo di terra da rendere fertile per garantirsi la sopravvivenza lontani dai guai. Quello stesso sogno americano spesso accompagnato dalla decadenza e dalla arida e polverosa tristezza che la natura californiana nega, a volte anche in modo cinico. Nonostante tutto, nonostante l’amicizia. George e Lennie ci riusciranno?
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“La morte sospesa” di Joe Simpson
Per abbassare le temperature torride di questi giorni ci vuole un libro d’alta quota, altissima. Possono andar bene 6.344 metri?
La morte sospesa è un libro che racconta una storia di amicizia e solitudine, di terrore e speranza, di abbandono e tenacia. Una storia vera in pratica. Sì, perché questo libro del 1988 è autobiografico e descrive minuziosamente una vicenda avvenuta nel 1985 sulle Ande Peruviane. La voce narrante è quella dell’autore e protagonista del libro, Joe Simpson, che durante una scalata iniziata con il compagno d’avventura Simon Yates si ritrova da solo a dover lottare per la vita.
L’episodio chiave è tutto racchiuso nella decisione estrema che deve prendere Simon dopo che Joe è caduto da un precipizio con una gamba già fratturata in precedenza. Joe è appeso nel vuoto e Simon non ha scelta: tagliare la corda o morire con lui. Ma quando Simon decide di tagliare la fune, Joe non è pronto per la morte. E così inizia la sua personale battaglia per ritrovare la via, da solo, ferito e con una natura ostile, senza pietà.
Inizia un’avventura lucida e allucinata alla stesso tempo, fatta di determinazione e forza di volontà. Per raggiungere il campo base, la salvezza e un amico messo di fronte a una prova moralmente e psicologicamente altrettanto devastante.
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“L’educazione” di Tara Westover
Restiamo nell’ambito dell’autobiografia pur con i piedi ben piantati per terra, stavolta.
Tecnicamente “L’educazione” è un libro di memorie e Tara Westover ha molto da ricordare: cresciuta in una campagna isolata, la sua famiglia mormone ha condizionato moltissimo la sua infanzia e poi l’adolescenza, fase della vita in cui ha capito che era possibile, e giusto, emanciparsi. Seppure con lacerante strazio mentale (e anche fisico), abbandonare la famiglia d’origine diventa una vera e propria necessità man mano che l’educazione, la cultura, la fame di sapere e lo studio, costruiscono un po’ per volta la Tara che vorrebbe essere.
Mentre il padre invecchia e diventa sempre più integralista, convinto della fine del mondo ormai vicina, lei studia e viene ammessa nelle migliori università. E soprattutto comincia a pensare alla possibilità di un’esistenza diversa, fatta di autodeterminazione, di sanità pubblica, medicina moderna e istituzioni. Tutto ciò che la sua famiglia di origine ha sempre rinnegato, privando lei di alcuni diritti fondamentali.
Un libro di memorie altrui che conferma quanto la cultura e l’istruzione possano arginare l’ignoranza, le teorie cospirazioniste, la credulità e migliorare la qualità della vita di ognuno.
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“Disobbedienza” di Naomi Alderman
Concludiamo con un romanzo che ha attinenze con il libro precedente. “Disobbedienza” di Naomi Alderman racconta la storia di un’altra comunità chiusa nella sua fede, capace di condizionare pesantemente la vita di ogni membro. Parliamo degli ebrei ortodossi di Londra e dell’allontanamento volontario di Ronit Krushka, che ha trovato il coraggio per lasciarsi alle spalle la rigidità di quella vita e si è ricostruita un’identità e una volontà propria a New York, dove è diventata una stimata professionista finanziaria.
Una scelta che la comunità non ha mai accettato e che lei rivendica fortemente, soprattutto nei giorni in cui è costretta a tornare a Londra per la morte del padre, apprezzato membro e rabbino della comunità.
Tornata a casa Ronit deve fare i conti con il suo passato, con i segni che ha lasciato e con le cicatrici che tornano dolorosamente a pulsare quando si confronta con chi sono diventati i suoi vecchi amici e parenti.
Un vortice di emozioni che travolgono, sollevano dubbi e necessitano di risposte e conferme. Per quella che è stata una vita passata e per il futuro che, di nuovo, l’aspetta oltre l’oceano.
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