C’era una volta la realtà virtuale: nell’immaginario di chi è cresciuto negli anni 80 e 90 ci sono visori e sensori ingombranti, mondi come quello di Tron o il gioco con protagonista Allegra Geller in Existenz, la vita in un mondo virtuale, sostituto di quello reale, per un tempo più o meno lungo.
La realtà virtuale è sempre oggetto di ricerca e sviluppo, soprattutto nel campo dei videogiochi, ma più di recente si è fatta largo anche la Realtà Aumentata, in questi giorni sotto gli occhi di tutti con l’esplosione del gioco Pokémon Go e della domanda che molti si fanno: che cosa avrà di così speciale?
Cos’è la realtà aumentata
Wikipedia descrive la realtà aumentata come la “visione diretta o indiretta di un ambiente fisico e reale i cui elementi sono aumentati da input sensoriali come suoni, video, elementi grafici o dati GPS, generati da un computer”.
In sostanza, uno “strato” di informazioni che si aggiunge alla percezione e visione del mondo attorno a noi: parte di questo aumento della realtà può essere realizzato con strumenti diversi tra i quali visori e sensori, occhiali, lenti a contatto, oppure con oggetti più semplici e di uso quotidiano come lo smartphone. Anzi, proprio perché gli smartphone sono sempre con noi, è facile immaginare quanto possano diventare veicoli di esperienze quotidiane di realtà aumentata.
I campi in cui la realtà aumentata può funzionare sono tanti e più o meno importanti, dalla medicina al gioco. E proprio come sta succedendo a Pokémon Go, è il gioco il veicolo più potente per la diffusione e la conoscenza della realtà aumentata, perché “gira” sullo smartphone, strumento ormai a portata di tutte le tasche.
Pokemon Go: che cos’è ed è davvero un fenomeno?
Pikachu e soci sono tornati. Nati nel 1995 e diventati un vero fenomeno, i Pokémon sono di nuovo sulla breccia grazie a Pokémon Go, pubblicato da Niantic Inc. e sviluppato da Nintendo, atteso dai nostalgici e non solo, e sviluppato con l’aiuto economico di Google.
Pokémon Go funziona così: scegli il tuo avatar e grazie al GPS e a Google Maps ti ritrovi alla ricerca dei Pokémon che si trovano attorno a te, in casa tua o dovunque ti trovi fisicamente; li potrai catturare, addestrare, collezionare e guadagnare caramelle e polvere di stelle per aumentare il potere dei Pokémon. Più diventi esperto, più sali di livello.
Il bello di Pokémon Go? Per trovare i Pokémon e i “checkpoint” non ti basta muoverti nel gioco, devi farlo anche nella realtà e quindi spostarti nel tuo vero mondo, con il gioco che procede insieme a te.
Insomma, siamo in presenza della Realtà Aumentata nella vita quotidiana grazie a un gioco, certo limitato ma con il pregio di essere nuovo, insolito, fresco, divertente e facilmente accessibile. In Italia, al momento in cui scriviamo, Pokémon Go non è ancora disponibile in via ufficiale (ma più di qualcuno ha già trovato il modo di provarlo).
Pokémon Go e il futuro
Forse non sarà il gioco più bello del mondo, ma questo esperimento di Realtà Aumentata che fa comparire i Pokémon “nel mondo reale” ha un suo fascino: in più, Pokémon Go è gratuito e facile da usare, alla portata di persone di tutte le età (chi non ha un telefono in tasca e un po’ di tempo per provare a giocarci?). E il suo successo, come dice il sito Vox, sta anche nel soddisfare un sogno dei vecchi fan: vedere i Pokémon vivere all’interno del nostro mondo. Un mix di novità e capacità di riagganciarsi alla Pokémon-mania del passato per rigenerare la passione per questi personaggi.
Le dimensioni del successo, per capire di cosa stiamo parlando? Pokémon Go è stato scaricato sette milioni e mezzo di volte nei primi cinque giorni di lancio negli Stati Uniti, viene usato giornalmente e per una media di circa tre quarti d’ora, più di molte app più famose e di lungo corso. Forse è davvero il caso di chiamarlo fenomeno, anche perché pare che sia riuscito a sorpassare anche il successo più longevo di sempre, quello dei contenuti a luci rosse.
Pokémon Go però sta creando anche qualche inconveniente e timore proprio perché richiede a chi lo gioca di muoversi nel suo mondo: sono già online i report di incidenti per distrazione – non cercare Pokémon mentre guidi, è una delle azioni più sconsigliate! – e anche di allarmi dovuti alla visione di persone che cercano i Pokémon e sembrano agire in modo sospetto.
Anche la durata della batteria può essere un problema, visto l’uso continuo della geolicalizzazione. L’altra grossa preoccupazione riguardava la richiesta di accesso del gioco a tutti i dati dei profili Google su iPhone, problema che gli sviluppatori di Pokémon Go dicono di avere quasi sotto controllo.
Più che un gioco, una nuova tecnologia
Come dicono sempre quelli di Vox, Pokémon Go sembra ma non è solo un gioco: con tutta probabilità è qualcosa di più, perché ha presentato la Realtà Aumentata a un pubblico vastissimo e perché forse darà il via a qualcosa che sarà sempre più presente, naturale, parte delle nostre vite. Forse il gioco non durerà, ma la sua eredità potrebbe essere davvero importante.
E come sempre, con le novità nascono anche le preoccupazioni: creeremo nuove dipendenze, o un nuovo modo di non relazionarci tra di noi? O forse nuovi strumenti per conoscere altre persone, un nuovo stile di vita dove questa tecnologia sarà di casa, così come sono diventati di casa gli ebook, gli smartphone, i social network che all’inizio guardavamo tanto affascinati quanto sospettosi.
Però adesso è il momento di giocare a Pokémon Go, con uno sguardo rivolto al futuro che forse porterà con sé.