Oggi un hacker è genericamente considerato un cyber-criminale, ovvero una persona che vanta competenze e abilità profonde nell’ambito dei sistemi informatici, al punto da essere in grado di aggirare le limitazioni e i vincoli di sicurezza che vengono imposti.
Eppure la cultura hacker affonda le sue radici su principi etici positivi al fine di migliorare il mondo e la società, e non di distruggerla.
L’etica, la cultura e la filosofia inizia negli anni cinquanta e sessanta, muovendo i primi passi al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. In uno dei laboratori del MIT dove era presente un IBM 704 alcuni studenti, dedicandosi fortemente alla programmazione, segnarono le prime tappe della cultura hacker.
Nel linguaggio comune degli studenti del MIT, con “hack” si intendeva un progetto in fase di sviluppo o un prodotto realizzato con scopi costruttivi, con riferimento ad un forte piacere dato dal coinvolgimento nel progetto.
Il termine venne adottato estrapolandolo dal comune linguaggio gergale universitario, in cui, col termine “hack”, si indicavano gli scherzi goliardici architettati dagli studenti. L’etica hacker fu descritta come un “nuovo stile di vita, con una filosofia, un’etica e un sogno”.
Nei primi anni ottanta alcuni sostenitori dell’etica hacker diedero vita al movimento per il software libero. Il fondatore di questo movimento, Richard Stallman, è considerato come “l’ultimo vero hacker”.
Gli hackers moderni sono, solitamente, forti sostenitori dei concetti di “software libero” e di “open source software”, poiché prevedono di poter accedere ai codici sorgente dei software, per poterli migliorare e adattare ad altri progetti.
Come scritto da Levy nella prefazione del libro Hackers. Gli eroi della rivoluzione informatica, i principi generali su cui si basa l’etica hacker sono:
- Condivisione: l’accesso ai computer e a tutto ciò che potrebbe insegnare qualcosa su come funziona il mondo e deve essere assolutamente illimitato e completo.
- Apertura: tutta l’informazione deve essere libera.
- Decentralizzazione: dubitare dell’autorità e promuovere il decentramento.
- Libero accesso alle tecnologie informatiche: permette lo sviluppo di nuova tecnologia.
- Miglioramento del mondo: attraverso il computer si può trasformare una possibilità in realtà; tra gli obiettivi primari di un hacker c’è quello di insegnare alla società che il mondo, grazie ai computer, non presenta più limiti.
E non è un caso che spesso le aziende minacciate da attacchi hacker, finiscano per assumerli 🙂