“Fare siti web” nel 2017 è un’affermazione che vuol dire tante cose insieme, forse troppe: nel primo post di questa serie dedicata alle nuove professioni digitali abbiamo subito messo in luce che la specializzazione è una strada vincente, e non c’è dubbio che in questo momento (e sospettiamo per molto tempo ancora), conoscere e saper usare WordPress nelle sue tante sfaccettature sia una delle strade che possono portare a una professione interessante e ben remunerata.
Ne abbiamo parlato con Francesca Marano, professionista che non a caso si definisce WordPress Specialist e non web designer, definizione ovviamente meno legata a una piattaforma. Francesca ha risposto alle nostre due domande e ci ha dato la sua visione del lavoro come specialista di WordPress ma anche come freelance che deve curare ogni aspetto della sua vita di professionista indipendente.
1) Come sei diventata una specialista di WordPress?
Sono diventata una specialista di WordPress studiando il web e i suoi linguaggi ogni giorno dalla metà degli anni ’90 a oggi, e trovando WordPress sulla mia strada nel 2008. Lavoro solo con WordPress perché ho la tendenza al mono-tasking e anche un po’ all’ossessività: quando mi interesso a una cosa, la perseguo con tutta me stessa.
Nel 1999 avevo frequentato un corso di web design e grafica computerizzata (sì, una volta si chiamava così ?), poi per anni non ho mai usato questa competenza per lavoro. In compenso sono andata a lavorare in aziende diverse dove ho imparato una cosa fondamentale: a lavorare. A presentarmi in modo adeguato ai clienti, a spegnere i fuochi nei gruppi di lavoro, ad affrontare la complessità dei progetti. Però ho continuato a leggere e studiare, perché dentro al cuore del direttore amministrativo continuava a battere quello di una nerd.
Poi è nato mio figlio, mi è venuto il pallino della maglia, ho aperto un blog e dopo un po’ ho mollato i ferri da calza per mettere le mani nel motore di WordPress: ho iniziato a sperimentare con il mio tema e a un certo punto una persona mi ha scritto chiedendomi se potevo fare lo stesso sul suo sito. Incredibile, mi voleva anche pagare! Ho iniziato a fare siti nei ritagli di tempo e nel giro di due anni ho mollato il lavoro da dipendente per dedicarmi a fare la libera professionista. Oggi faccio siti, scrivo di siti, insegno alle persone a usarli.
La parte più difficile è stata tradurre gli insegnamenti di vent’anni d’azienda in un’attività da freelance: i miei fallimenti e miglioramenti successivi sono documentati nel libro “Chi ha paura del business plan?”. Come dicevo prima, si può essere bravissimi nel proprio mestiere ma, da freelance, non basta: bisogna essere bravissimi anche a portare avanti tutto il lavoro nel suo complesso e quindi a gestire il rapporto con i clienti, a trovare fornitori e tenerseli cari e poi fatturare, rispettare le scadenze e molto altro ancora.
Ah, e poi il JavaScript: ecco, mi sa che per quello continuo ad assoldare i miei colleghi ?
2) Che cosa consigli di fare a chi vorrebbe formarsi su WordPress?
WordPress è fatto di tante componenti diverse: anche il termine specialista di WordPress è un po’ generico ma, per ora, è quello nel quale mi trovo meglio. È il termine che uso perché faccio fatica a riconoscermi in altre etichette come web designer, front-end developer, esperto di UI, UX o IA. Lo uso perché la cosa che mi caratterizza è la conoscenza della piattaforma e delle sue potenzialità: se poi per un progetto ho bisogno di competenze specifiche mi rivolgo ai colleghi, e io mi tengo la parte di occhio di Sauron che veglia sui diversi regni (però con il mascara e sorridente).
Lavorare con WordPress significa che ci si può occupare del front-end – tutto quello che si vede in un sito – o nel back-end, cioè tutto quello che sta dietro le quinte. In queste due grandi famiglie ci sono altre specializzazioni, quindi la prima cosa da fare è capire qual è l’area sulla quale concentrarsi. A costo di semplificare in modo un po’ grossolano: il back-end si basa sulla logica per la programmazione, e se non si è a proprio agio con l’astrazione di processi – se faccio questo succede questo, altrimenti quest’altro – allora meglio optare per il front-end (ma non per JS, che è più simile a un linguaggio di programmazione che di marcatura). Proprio su questo aspetto ho scritto un lungo post, perché è una domanda che mi viene fatta di frequente.
Corsi e libri aiutano ma più di tutto aiuta conoscere WordPress come progetto open source, attraverso la contribuzione attiva. Sono attivi decine di team: per iniziare, si può fare un giro su una breve guida che abbiamo scritto per il sito di WordPress in italiano e raggiungerci su Slack per saperne di più.
E poi le basi, per dindirindina. Questa è una mia battaglia personale, penso che chiunque si occupi di web debba sapere come funziona il web: non è il caso di diventare esperti ma bisogna sapere cos’è un protocollo di comunicazione a partire da TCP/IP, cos’è un DNS, un hosting, e conoscere un minimo sindacale di architettura client/server.
I libri utili? Prima di pagare un anticipo, il cliente di ogni designer dovrebbe chiedergli se ha letto:
- Jeffrey Zeldman, Designing with Web Standards
- Jakob Nielsen, un libro a caso
- Donald Norman, La caffettiera del masochista
E poi tutti i libri di A Book Apart che trattano il tema nel quale si è deciso di specializzarsi.
Per conoscere Francesca Marano visita il suo sito francescamarano.com