Il marketing non si improvvisa e la sua variante digitale non fa eccezione. Occuparsi di strategie di marketing online significa avere una cultura vasta e variegata: gli strumenti sono tanti e in evoluzione continua, e l’attenzione al mercato e ai suoi attori deve essere costante.
Una strategia di marketing digitale aiuta le aziende a costruire la loro reputazione online e a raggiungere obiettivi precisi tra i quali, ovviamente, anche la vendita: strumenti e soluzioni per arrivarci sono tanti e diversi a seconda dell’azienda e dei suoi clienti, effettivi o potenziali. Il bravo esperto di marketing sa definire gli obiettivi giusti, come misurare l’effetto della strategia che ha definito, e soprattutto sa che il suo lavoro è un processo che richiede continui momenti di valutazione e aggiustamenti: non si dorme mai sugli allori.
Enrica Crivello, giovane e affermata consulente di marketing digitale, ha parlato con noi del suo percorso “non convenzionale” verso il suo lavoro e dalla sua esperienza personale ha ricavato consigli preziosi per chi vuole lanciarsi in una professione impegnativa ma si sta chiedendo: “Ho quello che ci vuole per riuscirci? Da dove comincio?”.
Le lasciamo subito la parola.
Enrica, come sei diventata una consulente di marketing?
Ho iniziato con un mezzo salto nel vuoto, licenziandomi da un lavoro che mi andava stretto e scommettendo sull’esperienza che avevo accumulato fino a quel momento, senza avere chiaro che cosa avrei fatto in pratica, senza avere idea di come si chiamasse il lavoro che volevo fare. Una cosa che non dico mai ma che è indicativa è che sul mio primo biglietto da visita c’era scritto “Enrica Crivello, Digital PR”. Io la PR non so farla nemmeno dietro compenso stellare: sono introversa e sto bene da sola, non ricordo i nomi delle persone che conosco, non mi interessa partecipare agli eventi di settore.
Vorrei dire che ho deciso di essere freelance dopo un’attenta pianificazione, ma non è stato così. La capacità di pianificare è arrivata dopo. Sapevo però di essere brava in alcune cose (che si possono riassumere in: usare i social media per raccontare progetti o aziende) e così ho iniziato a farlo, all’inizio con una bella dose di faccia tosta, contando sul fatto che quello che non sapevo l’avrei imparato cammin facendo. Fake it ‘til you make it, come dicono gli americani.
La mia formazione universitaria è umanistica (sono laureata in storia dell’arte, facoltà di lettere e filosofia) e fin dal mio primo stage ho sempre lavorato nella comunicazione, con mansioni, almeno ufficialmente, di ufficio stampa. Il marketing l’ho conosciuto solo dopo, sul campo; mi sono formata in due modi, studiando e facendo esperienza. Questa volta contemporaneamente, non come all’università: non ho aspettato di studiare tutto lo studiabile – ammesso che sia possibile – per poi, solo dopo, fare esperienza. Non ho anteposto i corsi e i libri alla pratica sul campo, è una cosa che in Italia tendiamo a fare, e mi sono resa conto che, almeno per come funziono io, è sbagliata se vuoi davvero conoscere una materia.
Questo fatto – l’aver fatto pratica mentre studiavo, e il non avere un titolo che testimonia che so davvero fare ciò che faccio – è una cosa che all’inizio mi bloccava e di cui per lungo tempo mi sono vergognata: anche adesso non confesso volentieri che ho una laurea umanistica. Una volta sono stata a un evento per freelance, e parlando con una storica dell’arte è uscito il mio titolo di laurea – uno studio su una collezione di piccoli bronzi rinascimentali. Lei in quel momento lavorava alla stessa cosa, e ha voluto parlare per il resto della serata di bronzetti: non ti dico come ho reagito, ero tra l’imbarazzo e il desiderio che tutto finisse subito. Temevo di essere screditata – e so di sbagliare, ma credo che se succedesse di nuovo reagirei allo stesso modo.
Cosa consigli a chi vuole diventare social media manager o consulente di marketing?
Mettere in pratica da subito le cose che leggevo e che studiavo mi ha aiutata a mettermi a confronto con i risultati veri, quelli realisticamente (e non teoricamente) ottenibili, e così a separare la sostanza dalla fuffa. Mi ha fatta crescere e mi ha permesso di essere più in contatto con i bisogni dei miei clienti. È un tipo di approccio che consiglio a tutti, qualunque sia il loro lavoro o la loro posizione.
Il mio consiglio è sempre quello di mettersi a fare: non aspettare che gli altri ti diano modo di dimostrare le tue capacità, creati le tue occasioni da solo.
Vuoi diventare consulente di marketing? Bene, perché aspettare che un’agenzia ti assuma? Perché non ti metti a costruire la tua strategia di marketing, perché non inizi comunicando te stesso, in modo che sia impossibile ignorarti?
Quando non avevo nulla a cui lavorare mi sono inventata un progetto di cui occuparmi, che dimostrasse che sapevo fare quello che volevo fare: show don’t tell, come si dice. Il progetto era un blog multi-autore – non è più online – e per me è stato una bella occasione per fare vedere a un folto gruppo di persone che sapevo occuparmi di contenuti online e che sapevo usare i social media per promuovere qualcosa. Se non ci credi tu, perché dovrebbero farlo gli altri?
Se tutto il tempo che usiamo per lamentarci lo usassimo per costruire, e lo dico a me per prima, sono sicura che non avremmo più tempo per lamentarci, saremmo troppo impegnati a fare ciò che desideriamo.
Per conoscere Enrica e il suo lavoro, visita il suo sito enricacrivello.it