Se hai più di trenta o quarant’anni e hai iniziato a usare Internet negli anni Novanta, probabilmente le prime cose che hai fatto sono state usare una chat, un newsgroup o un forum. E sicuramente ricordi anche le bollette telefoniche astronomiche, perché collegarsi a Internet significava non solo avere modem rumorosi, ma soprattutto pagare un abbonamento annuale, gli scatti telefonici e occupare la linea telefonica di casa.
Ricordi agrodolci ma di certo le chat, insieme ad altri fenomeni come i forum, i newsgroup, Napster per scaricare i file mp3, i primi siti Internet pieni di gif animate, sono state un fenomeno e lo sono anche oggi grazie alle app per la messaggistica istantanea.
In questo post facciamo un tuffo veloce nel passato parlando di tre programmi gloriosi, poi torniamo al presente con alcuni trucchi per usare meglio tre app molto note: WhatsApp, Telegram e il Messenger di Facebook.
Le chat nel passato: IRC, ICQ, MSN
IRC e mIRC
I social non c’erano e accedere ai luoghi online dove parlare con altre persone era meno immediato rispetto a oggi: IRC ha incoraggiato molte persone a chiacchierare perché non richiedeva conoscenze tecniche approfondite.
Acronimo di Internet Relay Chat, IRC è un protocollo di comunicazione che permette di chattare direttamente con altre persone, in gruppo o in coppia, in maniera privata. Il programma più diffuso per farlo era mIRC: installato sul computer dava accesso ai server e ai tantissimi canali disponibili sui quali chattare dopo aver scelto un nickname.
I canali avevano utenti “normali” e amministratori chiamati “op”. C’erano spesso anche i bot (robot), utenti programmati per tenere sempre aperti i canali e consentire alle persone di ritrovarli in qualsiasi momento.
I canali diventavano spesso comunità molto frequentate e attive a ogni ora del giorno e della notte, con linguaggi e regole proprie e serviva un po’ di tempo per ambientarsi, diventare membri attivi e iniziare a conoscere meglio gli altri partecipanti.
ICQ
I Seek You, ti cerco, ecco la funzione di ICQ che esiste anche oggi dalla metà degli anni ’90, quando la Mirabilis inventò il programma di messaggistica identificato da un fiorellino.
Dopo averlo scaricato e installato, l’accesso a ICQ avveniva con la registrazione e l’attribuzione dello UIN, un numero progressivo che diventava il proprio identificativo: c’è chi lo ricorda ancora oggi anche se non ha mai più usato ICQ.
Cosa si faceva su ICQ? Si chattava e per alcuni anni è stato un programma molto utilizzato anche in Italia. Poi ICQ ha subito la concorrenza di altri programmi come il Messenger di Windows e molti hanno smesso di utilizzarlo.
Chi ricorda o è in grado di recuperare il proprio UIN potrebbe ancora vederlo in azione e magari ritrovare qualche vecchio contatto.
MSN Messenger
Del Messenger di Windows, diventato Windows Live Messenger, abbiamo parlato nel post dedicato ad alcuni grandi successi scomparsi o trasformati in cose molto diverse. Molto utilizzato per anni, oggi non esiste più e al suo posto c’è Skype, acquistato da Microsoft nel 2011.
Altri strumenti per chattare che hanno goduto di fama più o meno limitata in Italia sono stati C6, tutto italiano e di proprietà di Telecom, e Google Talk, sostituito da Hangouts.
L’instant messaging oggi: WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger
Le app più diffuse per chiacchierare e chattare si sono trasferite sullo smartphone – accompagnate spesso dalle versioni web o app per computer che permettono la gestione anche da postazione fissa – e ci fanno continuare a parlare anche in gruppo.
Non ci addentreremo nelle specifiche di tre delle app più usate al momento per chattare, ma aggiungeremo qualche dettaglio per chi non le conosce in maniera approfondita e vuole usarle meglio: ne usiamo tutti almeno un paio e possiamo gestire meglio il grande flusso di messaggi giornalieri con alcune accortezze.
Le versioni web di WhatsApp, Telegram e Facebook Messenger
I tre programmi di instant messaging hanno versioni web e app utilizzabili quando si è al computer, dal browser, per non dover sempre stare incollati al telefono. Ecco gli indirizzi a cui collegarsi:
- https://web.whatsapp.com/ – Per accedere via web, clicca sul link, poi apri l’app di Whatsapp sullo smartphone, clicca Impostazioni, poi “WhatsApp Web” e infine scannerizza il codice QR che compare sulla pagina web di WhatsApp
- https://web.telegram.org/ – Telegram ti chiede una verifica al momento dell’accesso inviandoti un SMS con il codice da usare per collegarti
- https://www.messenger.com/ – Il Messenger di Facebook si collega automaticamente al profilo di Facebook collegato sul browser. Se non sei collegato a Facebook, dovrai inserire email o numero di telefono e password.
WhatsApp e Telegram hanno anche la versione desktop installabile, mentre quella di Messenger potrebbe arrivare entro la fine del 2019.
Alcune cose utili su WhatsApp
La doppia spunta blu può essere disattivata!
Sì, puoi disattivare la funzione che segnala al mittente che il messaggio è stato letto. Dalle impostazioni di WhatsApp basta selezionare Account – Privacy e spegnere la voce “Conferme di lettura”: in questo caso, però, se disattivi la funzione non potrai più sapere se e quando i tuoi contatti hanno letto i tuoi messaggi.
I gruppi possono essere silenziati
I gruppi di WhatsApp possono essere molto rumorosi ma non sempre è possibile abbandonarli e uscire: per non ricevere le notifiche di una chat di gruppo per 8 ore, una settimana o un anno, seleziona la chat e poi dal menu scegli la voce “Mute”.
La modalità Broadcast
Non è sempre necessario creare un gruppo per comunicare con più persone, basta la modalità Broadcast che funziona come una mail mandata in copia nascosta. Il messaggio però arriverà solo a chi ha il numero del mittente salvato nei contatti.
Alcune cose su Telegram
Telegram è forse meno famoso di WhatsApp ma molto amato dai suoi utilizzatori: vale la pena dargli un’occhiata, scoprire chi tra i propri amici lo usa e le sue numerose funzioni interessanti.
Gruppi, chat segrete e canali
I gruppi di Telegram sono utili per le chat classiche a più voci e possono arrivare a contenere 200.000 persone. Poi ci sono le chat segrete, per chi preferisce questa modalità. Una chat segreta con un’altra persona può autodistruggersi: non lascerà tracce di sé, basta selezionare la durata nelle impostazioni, da qualche secondo a una settimana al massimo.
Infine ci sono i canali, pubblici o privati, che non hanno limiti di partecipanti. Ogni canale Telegram pubblico ha uno username che puoi condividere per cercare iscritti; se crei un canale privato dovrai aggiungere tu le persone interessate o mandare un link di invito agli interessati.
Con i canali, puoi comunicare solo in maniera unidirezionale: come creatore del canale invierai messaggi ai tuoi iscritti che non potranno risponderti all’interno del canale. I canali sono molto usati anche come dei simil-podcast: puoi scrivere ma anche registrare messaggi vocali che poi condividerai con i tuoi iscritti iscritti.
Una delle ultime novità è la possibilità di programmare i messaggi da inviare (non i vocali). Nella chat “Messaggi salvati” che funge da archivio di qualsiasi messaggio e file, puoi anche impostare un promemoria scrivendo il tuo messaggio e poi programmandolo perché ti compaia quando preferisci.
Alcune cose che potresti non sapere su Facebook Messenger
Condividere una posizione geografica
La geolocalizzazione è una funzione utile per segnalare a un amico la tua posizione o il luogo di un appuntamento. Molto più veloce di una telefonata o di lunghe descrizioni scritte.
Questa funzione è disponibile anche per WhatsApp e Telegram, passando dalla funzione Allegati accessibile toccando l’icona della graffetta.
Integrare il Messenger con altre app
Basta toccare i quattro puntini di una chat per accedere alle app che si integrano con il Messenger: da Giphy a Spotify passando per i collage fotografici, c’è solo l’imbarazzo della scelta. L’app preferita sarà installata come qualsiasi altra app sul telefono ma diventa accessibile direttamente dall’interno del Messenger.
Imposta promemoria
Sempre dai quattro puntini, puoi accedere ai promemoria: Messenger non fa programmare i messaggi ma chiunque partecipi alla tua chat potrà vedere il promemoria e rispondere.
Disattiva le notifiche
Hai bisogno di concentrarti? Disattiva le notifiche (da 15 minuti fino a “finché non le riattivo) e il gioco è fatto: ti basta tenere premuto il nome del contatto finché di lato non appare l’icona della campanella che segnala appunto le notifiche attive o disattivate.
Signal, gratis e open source
Signal è una app meno conosciuta ma molto apprezzata per l’attenzione alla sicurezza da parte dei suoi sviluppatori. È un progetto open source supportato da donazioni che fornisce le funzionalità tipiche di ogni app per chattare che conosciamo.
Per utilizzare Signal bisogna avere un numero di telefono e la possibilità di ricevere il codice di verifica: il numero non deve essere necessariamente quello della SIM del telefono ma può essere anche, per esempio, un numero VoIP.
Oltre alle app pensate appositamente per chattare, in tempo reale o in modo asincrono, ricordiamo che ci sono tanti altri programmi che includono anche sistemi di messaggistica: da quelli per migliorare i flussi di lavoro come Slack, che permette di chattare in gruppo o uno a uno, fino a Instagram con i suoi messaggi diretti che pare saranno presto visualizzabili anche da web.
Non ti resta che trovare la app più adatta a seconda di interessi e caratteristiche e amici e colleghi che la usano.