Avere un blog, parlare al mondo: a noi piace moltissimo, tanto quanto ci piace leggerli e non penseremo mai che al mondo ci siano troppi blog. Negli ultimi tempi, però, sono successe un po’ di cose che riguardano blog e piattaforme, e pensiamo sia utile conoscerle e ragionarci su per capire cosa è meglio fare quando si decide di aprire un blog o di spostarlo.
L’evoluzione dei social e di Medium
I social preferiscono tenere le persone al loro interno e le piattaforme di blogging cambiano a grande velocità. Capire cosa succede è importante per decidere bene cosa fare dei propri contenuti scritti. Per esempio:
- Twitter pare che stia per abbandonare il limite di 140 caratteri. Non sappiamo se lo faranno davvero e se piacerà agli iscritti ma è chiaro che Twitter non può stare a guardare mentre gli altri cambiano.
- Facebook ha cambiato il formato delle sue note, ora sono una bella soluzione per pubblicare i post lunghi corredandoli anche con le immagini. Potrebbe venire voglia di pubblicare su Facebook quel che normalmente si scriverebbe in un blog. Risultato: si resta dentro Facebook, con i pregi e i difetti del caso (ne parleremo più avanti).
- Medium funziona sempre di più, anche in Italia. Facilissimo da usare, si comporta come un social in grado di creare legami e conversazioni tra le persone: basta dare uno sguardo per capire il valore della possibilità di evidenziare contenuti, commentarli linea per linea, richiamare l’attenzione di una persona citandola (lo stesso principio dei tag su Facebook), raccomadare la lettura di un pezzo.
- Ci sarebbe da aggiungere anche LinkedIn che, se impostato in lingua inglese, offre con Pulse la possibilità di creare post direttamente al suo interno.
Come scegliere dove pubblicare un blog e i post: pro e contro
Un bel post del sito Contently mette a fuoco pregi e difetti di una scelta di pubblicazione che si affida a piattaforme social come Medium (ma non solo).
Tre ragioni importanti per pubblicare i post in luoghi diversi dal proprio blog
- La possibilità di raggiungere molte più persone di quanto non sia possibile fare solo con i propri mezzi.
- Il fattore mobile e tempo speso sulle app: se passiamo sempre più tempo sugli smartphone e dentro le app, in particolare dei social (e Facebook è l’esempio perfetto), quello è il posto dove le persone ci incontreranno con più facilità.
- Essere sollevati dalla fatica di controllare, aggiornare e prendersi cura di tutti quegli aspetti che non sono solo pura scrittura e quindi risparmiare tempo investito nella cura del proprio sito/blog.
Ragioni per continuare a scrivere sul proprio blog
- Farne quel che si vuole, stilisticamente e non solo: nella questione del personal branding tutto conta, anche avere il proprio nome di dominio (anche se Medium ha pensato anche a questo).
- All’interno del proprio blog le persone potranno anche fare altro: leggere la pagina “Chi sono” per capire qualcosa di più, iscriversi a una newsletter, mandare una mail.
- Lasciare liberi i lettori di decidere quando e come condividere un contenuto.
- La durata dei contenuti: più “lunghi” su un blog proprio, più in difficoltà a sopravvivere dentro una timeline che si aggiorna a frequenze molto alte.
- La sicurezza di avere al sicuro i propri contenuti: è vero, Facebook, Twitter o Medium non chiuderanno dall’oggi al domani ma possono decidere con grande libertà come gestire i contenuti delle loro piattaforme. Potrebbero, anche, passare di moda o cambiare così tanto da non essere più il posto ideale per alcuni tipi di contenuti.
Che fare? Apro un blog mio o scrivo da qualche altra parte?
Probabilmente la risposta migliore sta nella ricerca di un equilibrio molto personale: un contenuto di nicchia professionale potrebbe avere molto successo dentro LinkedIn, anche se tanti sono dubbiosi sul suo successo nel nostro paese; una nota veloce ma comunque ben pensata potrebbe essere debole per diventare un post di un blog ma funzionare benissimo e vivere “a lungo” su Facebook.
Il nostro consiglio: chi vuole scrivere non deve aspettare. Vale per i blog personali e per le attività professionali: con un minimo di programmazione e di riflessione sui contenuti di cui si vuole parlare c’è la possibilità di fare qualcosa che troverà un pubblico attento.
Comprare un hosting e un nome di dominio e magari installare WordPress non è una impresa: noi per esempio offriamo una soluzione già pronta. I social media, Medium compreso, rimarranno luoghi affascinanti da studiare e comprendere per valorizzare ancora di più quel che si vuole dire al proprio pubblico.