Ormai la possiamo chiamare tradizione: da qualche anno, ogni estate e ogni inverno, poco prima di Natale, chiediamo al nostro responsabile della comunicazione Luigi De Luca nonché direttore di Aphorism.it di stilare una lista di libri da regalare agli amici e familiari.
Niente trame natalizie ma un breve viaggio tra generi diversi, per scegliere quello più adatto al destinatario o acquistarlo per te. Buona lettura!
L’imprevedibile caso del bambino alla finestra – Lisa Thompson
L’impianto della narrazione può essere associato al racconto di Cornell Woolrich “La finestra sul cortile”, dal quale è tratto il celebre film di Alfred Hitchcock. Solo, in chiave adolescenziale.
Gli ingredienti di un giallo dove i protagonisti sono ragazzini, ci sono tutti: un dodicenne problematico che si rifugia in soffitta per paura delle infezioni causate da contatti esterni, il bullo di quartiere che lo perseguita, l’amichetta di fiducia che lo stimola e incuriosisce, distraendolo dal suo disturbo per uno scopo: ritrovare Teddy, un bimbo scomparso misteriosamente mentre giocava in giardino.
La polizia e il quartiere si sono mobilitati per cercarlo, purtroppo senza progressi, e più passa il tempo più si teme il peggio. Il nostro Matthew ha visto qualcosa dalla sua soffitta, quindi sa bene cos’è quel trambusto. Ora deve trovare la forza e il coraggio per fare la cosa giusta e affrontare le sue paure. Deve uscire e riportare a casa Teddy: ci riuscirà?
Il manoscritto – Franck Thilliez
Una premessa importante prima di iniziare a leggere questo libro: non saltare la premessa!
Il manoscritto è un bel thriller con le atmosfere del noir. Abbiamo i delitti di quello che sembra essere un serial killer, l’indagine di un poliziotto testardo e talentuoso, una scrittrice di successo che deve superare un trauma terribile, e il marito che nasconde qualcosa. Le ambientazioni sono spettrali, fredde, spesso avvolte dalla nebbia e la pioviggine, dalla disperazione e la malinconia.
Tutto si svolge in modo perfetto e ordinato secondo uno schema che ricorda che le scatole cinesi: sin dall’inizio il lettore viene trasferito in un’altra dimensione e poi un’altra ancora. Un congegno ben architettato che ci farà tornare più volte sulla copertina: ma stiamo leggendo un romanzo di Thilliez o di qualcun altro?
L’uomo che amava i libri – George Pelecanos
Questo autore lo abbiamo già consigliato nel 2014, per l’ottimo libro Il sognatore. Ci ripetiamo a distanza di anni per una storia di redenzione che è scritta con cognizione di causa, in quanto Pelecanos è uno scrittore impegnato nei programmi di recupero per carcerati.
L’intreccio narrativo è semplice ed efficace per ottenere l’attenzione del lettore: durante la detenzione, un piccolo criminale si innamora della lettura e, forse, della bibliotecaria. Improvvisamente Michael viene scarcerato grazie a un detective che “ritocca” una testimonianza durante un processo. Il detective, insieme a un socio, ha il vizietto di rapinare boss della malavita, trafficanti di droga, sfruttatori di prostitute e quando ha bisogno di un “aiuto” per una delle sue incursioni, va da Michael a riscattare il bonus acquisito con la scarcerazione. Cosa farà Michael? Restituirà il favore? Si negherà? Continuerà a vivere la sua nuova vita in cerca di amore e di quei libri che lo stanno migliorando?
Il libro è bello da leggere anche per un altro motivo: la co-protagonista è una bibliotecaria, quindi ci sono molti consigli di lettura. E uno lo ritroveremo più avanti 😉
Il piccolo libraio di Archangelsk – Georges Simenon
Passiamo da un George a un Georges, da una bibliotecaria a un libraio, da un narratore giovane e di ottime prospettive a un vero e proprio monumento della letteratura.
Simenon è stato un autore molto prolifico, ha scritto tantissimi libri, molti capolavori e una miriade di testi considerati minori. Fra questi, forse, c’è anche Il piccolo libraio di Archangelsk.
Lo segnaliamo, però, perché c’è concentrata tutta la potenza narrativa dello scrittore belga: nelle descrizioni degli ambienti e nella trama che incrocia il mistero con la paura, l’angoscia. L’angoscia di un uomo che subisce la vita e che, da lettore, vorresti aiutare per scuoterlo e farlo reagire. Ma sarebbe opportuno farlo? E se la dimensione trovata dal libraio fosse quella giusta?
Un matrimonio che sembra di copertura, con una donna molto discussa in paese, una collezione di francobolli e la routine quotidiana circondato dagli amati libri. Tutto sembra regolare finché un episodio inquietante inizia a creare agitazione nel piccolo paese, già pieno di pregiudizi e cattiveria. Allora i ruoli sembrano rovesciarsi: chi è la vittima e chi il colpevole?
E se il grande romanzo americano avesse trovato un nuovo interprete?
Di sicuro Willy Vlautin in USA è un musicista che non ha bisogno di presentazioni e a quanto pare ci sa fare anche con la macchina da scrivere. Molti recensori affermano che ha la capacità di trasformare in prosa le ballate struggenti del country e mescolarle con la malinconia e la decadenza del blues.
Ci fidiamo, ma restiamo in ambito letterario: questo libro è nel pieno filone del grande romanzo americano, dove si raccontano storie di persone comuni, di strade e di località che costituiscono l’America reale, molto diversa da quella patinata e luccicante che ci restituisce l’immaginario collettivo. Tra Las Vegas e Reno succedono tante cose: l’alcolismo, la violenza, la paura e un amore che dà speranza per un futuro.
E se non bastasse a incuriosirvi, questo libro ce lo suggerisce la bibliotecaria citata nel libro di George Pelecanos che – a sua volta – considera Verso Nord la sua lettura preferita del decennio.
Niente di nuovo sul fronte occidentale – Erich Maria Remarque
Abbiamo suggerito letteratura di buon livello, anche ottimo in qualche caso. Adesso però è il momento di un classico, un grande classico di Remarque.
Sono poche pagine da leggere con attenzione, per meditare su fatti accaduti un secolo fa ma che hanno stravolto le nostre esistenze, producendo effetti che ancora oggi sono un monito per le coscienze di tutti.
Niente di nuovo sul fronte occidentale descrive la Grande Guerra, la I Guerra mondiale, con gli occhi dei protagonisti: ragazzini di 18/20 anni in prima linea al fronte, impegnati in una logorante e distruttiva guerra di posizione. I gas chimici, i carri armati, gli aeroplani, le bombarde, i lanciafiamme tra fili spinati e trincee: quella guerra, per la tecnologia e la potenza delle nuove armi, era diversa dalle precedenti e il cambiamento l’hanno provato sulla loro pelle.
Nelle condizioni strazianti dei corpi dei compagni feriti e negli ospedali improvvisati videro chiaramente gli effetti devastanti dalle decisioni prese da altri uomini con il loro consenso. Un consenso fatto di onore e orgoglio patrio che inizialmente li portò ad arruolarsi volontari, come se la guerra fosse un necessario rito di passaggio per l’età adulta, fino poi a perdere l’entusiasmo di fronte alla dura realtà, quando però è impossibile tornare indietro. Anche a guerra finita.
Remarque ci ha donato un libello antimilitarista che con semplicità, crudezza e poesia rigetta qualsiasi ragione per dichiarare una guerra.
Il più grande uomo scimmia del Pleistocene – Roy Lewis
Con le trame che abbiamo proposto, per qualità letteraria e temi affrontati, siamo andati decisamente in crescendo. Che ne dite di finire in leggerezza?
Questo delizioso libro di Roy Lewis ci regala qualche ora di svago e divertimento, mentre scopriamo una teoria dell’evoluzione dell’uomo piuttosto insolita. Conosceremo la strampalata famiglia di un nostro avo che – in qualche modo da decifrare – è riuscito a tramandare questa storia incredibile e descrive con piglio giornalistico uno spaccato della società e dell’ambiente preistorici. Tra scoperte e ingegno, la storia del più grande uomo scimmia del Pleistocene è, decisamente, la storia di tutti noi.
Un libro scritto 60 anni fa da un giornalista raffinato e con un senso dell’umorismo a tratti geniale, non per caso viene definito addirittura “il libro più divertente degli ultimi 500.000 anni” (Terry Pratchett).